Trecella 11 maggio 2019

Che cosa significa essere donna in un mondo di uomini? Che cosa significa essere straniera in una società ostile e diversa? Che cosa significa aver rinunciato a tutto: padre, famiglia, patria d’origine, per seguire qualcuno, solo per amore, verso una vita di incertezze, dubbi e mete ignote? Ed essersi macchiati di colpe, aver commesso persino delitti, in nome di quell’amore?… e trovarsi, poi, dopo aver ipotecato il cuore e la vita, tra le mani il nulla, perché quello che credevi il tuo uomo, che pensavi avesse deciso di condividere con te la vita, dopo averti dato dei figli, decide che la sua dignità, il suo rango, la sua appartenenza ad una civiltà superiore, richiedono un’altra consorte, più ricca, più giovane, più titolata…. E ci si ritrova neglette, trascurate, declassate al ruolo delle “ex”, senza supporti, punti di riferimento, costrette a scegliere altre strade, a riprogrammarsi la vita…. In preda al rancore e al desiderio di vendetta… perché la rabbia, l’umiliazione, il tradimento, sono capaci di togliere il controllo, di cancellare la logica e spingere in un vortice di violenza da cui non si torna indietro e le cui conseguenze segnano per sempre il cuore e la ragione di tutti i coinvolti.

Su tutto ciò ci spinge a riflettere la Medea di Euripide, una delle tragedie più complesse e ambigue dell’ultimo tragediografo del periodo greco classico, tanto lontana per datazione ma tanto vicina per temi, suggestioni e tematiche alla realtà di tutti i tempi, anche dei nostri. Perché gelosia, amore senza controllo, paura del diverso, ipocrisia, opportunismo sono atteggiamenti che fanno parte dell’umanità da sempre e trovano spazio in ogni epoca e in una miriade di situazioni… e il dubbio prepotente dell’effettivo valore della ragione univoca, il dilemma su ciò che giusto e ciò che è sbagliato, l’ambiguità della parola che può stravolgere l’idea del bene e quella del male, la difficoltà a credere in dei che permettono che nelle vite degli uomini si scatenino determinate tragedie, l’assurda logica delle passioni viscerali che prorompono, affermando la propria supremazia su tutto il resto, l’interrogativo irrisolto sull’effettivo significato di “civiltà”, rappresentano la modernità del pensiero di Euripide e l’attualità del suo discorso tragico.

Questo slideshow richiede JavaScript.