Teatro Trivulzio, Melzo.  6 giugno 2019

L’opera e le scelte di regia

“Arlecchino!”, “Arlecchino!”, “Arlecchino, spicciati!”, “Arlecchino muoviti!”…. Eh, dura vita quella del servitore…. E se poi i padroni sono due…. Le vicende dei due innamorati Silvio e Clarice, sconvolti dal ritorno di un certo Federigo Rasponi, si intrecciano in modo rocambolesco con il personaggio di Arlecchino, il quale combinandone una dopo l’altra si ritrova a servire due padroni nello stesso momento, fortunatamente grazie al suo ingegno riuscirà quasi sempre a tirarsi fuori anche dalle situazioni più intricate e ad evitare, miracolosamente, che i suoi due padroni lo scoprano, fino a che…. Perché ? -vi chiederete – voler servire due padroni ?       complicarsi la vita? Perchè Arlecchino è così: sempre alla ricerca di occasioni per “guadagnar qualche soldo” e “far devertir el dente”… sempre di corsa, sempre affacendato, sempre affamato, sempre al servizio di qualcuno.

Carlo Goldoni, in questa commedia, ininterrotta serie di eventi contradditori e situazioni dinamiche che complicano sempre di più il filo narrativo, ripropone, pur nella realtà quotidiana dei rapporti tra individui, fatti di piccoli vizi e semplici virtù, il personaggio chiave che dalle origini ha animato il genere comico: il servo currens. Mai, come in questo copione, fatto salvo l’Amphitruo di Plauto; un servo l’ha fatta da padrone (perdonate il gioco di parole) assumendo il ruolo del protagonista… e con quale vigore! Arlecchino campeggia sula scena, la invade , ne occupa ogni angolo, crea situazioni, costruisce fraintendimenti, complica a dismisura gli avvenimenti – già di per sé non tanto semplici – in una commedia in cui l’’equivoco e lo scambio di persona (nel rispetto della maggior ascendenza comica) sono la base dell’intero intreccio, lui svolge il ruolo di regista, muovendo – volontariamente o meno – le fila del tutto. Nel fuoco di fila delle situazioni create non sempre tutto è logico né lineare, certo, qualche smagliatura, a guardar bene, si individua.. ma è qui che subentra l’accettazione del patto pubblico-autore….ma anche pubblico-regia…

Infatti, per motivi legati alla necessità di dare spazio al maggior numero di attori, alcune delle parti sono state “condivise” tra più recitanti. Si è anche deciso di rispettare nel complesso le scelte dell’autore che, con questa commedia, ha voluto omaggiare la grande tradizione scenica della commedia dell’arte, mantenendo le “maschere”, proprio come anche noi abbiamo fatto, pur animate dal realismo del personaggio concreto. Si è inoltre intervenuti sulla lingua, attenuando il veneziano, rendendolo più un pastiche linguistico con patina veneta, per consentirne la comprensione e si è ammodernata un po’ la maniera espressiva generale… ma nel complesso, il rispetto della volontà di Goldoni è stato attento e preciso. Non è stato un lavoro facile ma ciò che importa è che ha affascinato ancora il pubblico come fa da due secoli….

Personaggi e Interpreti

ARLECCHINO : Irene Maggiulli / Michele Mantione
BEATRICE : Chaima Dhoubi
FLORINDO : Samuele Scognamillo
PANTALONE : Mauro Notargiacomo
CLARICE : Alessia Di Fonzo /Eleonora Bolognini
SILVIO : Tommaso Poltronieri
DOTTOR LOMBARDI : Alessio Locatelli
BRIGHELLA : Alessia Colombo
SMERALDINA : Cristina Gullo / Carolina Manfroi

CAMERIERI :
Alessandro Scali, Marina Mapelli, Dharma Volponi, Siria Pascolino, Agata La Spada ed Ema Mocanasu

FACCHINI :
Alice Bissi e Marco Latanza

Regia:
Cristina Maria Ballotta

Viceregia :
Samuele Scognamillo

Tecnici
Damiano Bianchi e Riccardo Turra

Scenografi
Leonardo Marengoni, Chiara Tampellini, Martina Cambareri, Silvia D’Amico e Marco Iarocci

Un particolare ringraziamento al Comune di Melzo, che ci ha patrocinato e il Teatro Trivulzio che ci ha ospitato

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